Alessandro Del Piero si è dimostrato oltre che un grande campione un grande uomo. Quel pianto disperato di Bari rimane impossibile da dimenticare nel cuore dei tifosi bianconeri.
Tutti si ricordano Pinturicchio per i suoi famosi gol a giro, per la sua classe, per le sue giocate, ma non tutti, soprattutto i più giovani, ricordano le lacrime e il dolore di quella stagione oscura.
Tutto ci porta a tornare indietro all’8 novembre del 1998 e a un maledetto pomeriggio allo Stadio Friuli di Udine. La Juventus vive nella parte alta della classifica e continua a stupire dopo che l’anno precedente aveva fallito in finale di Champions vincendo il suo Scudetto numero 25.
Su un allungo per prendere un pallone che è nelle disponibilità di un avversario il ginocchio di Alex fa crack. Lesione del legamento crociato anteriore e posteriore, nove mesi di stop dai quali torna diverso, non più in grado di fare la differenza. Quell’anno la Juve crolla dopo il ko del suo campione e Marcello Lippi, l’uomo delle tre finali di Champions League in quattro anni si licenzia lasciando spazio a Carlo Ancelotti.
Torna in Intertoto, l’estate successiva, ma non sembra più lui. Il campionato seguente è fatto di insofferenza, di un gol che non vuole arrivare e di un dribbling a rientrare che lo aveva contraddistinto che il calciatore non riesce più a fare.
La stagione 1999/2000 è una grande delusione, quella del pomeriggio di Perugia e della pioggia che porta la Lazio a vincere lo Scudetto all’ultima giornata. Del Piero segnerà a maggio il suo primo gol su azione, di testa, dopo un anno con 9 reti di cui solo una su azione. Per poi arrivare a quel pomeriggio indimenticabile.
Del Piero e l’urlo di Bari
Il mio caro amico Leomina parlava in una sua splendida canzone, Quel giro all’improvviso, parlava dell’urlo di Bari. C’è un momento per tutti dove c’è uno switch, dove cambia qualcosa, dove la vita ti butta giù o ti rialza da terra. Per Del Piero è stato quel pomeriggio di Bari in una gara che per lui ha voluto dire tantissimo.
Alla fine la Juventus arriverà seconda dietro alla Roma di Fabio Capello, ma ritroverà il suo calciatore più importante di sempre Del Piero. È il 18 febbraio del 2001 in una stagione in cui Alex è tornato a dimostrare quello che vale ma non ha fatto ancora vedere quello che conoscevamo tutti.
Papà Gino era venuto a mancare in settimana ed Alex si era accomodato in panchina lasciando spazio a Darko Kovacevic. Ancelotti però sullo 0-0 lo manda in campo per fargli tirare fuori il dolore che porta dentro. Lui salta col doppio passo Neqrouz e poi col colpo sotto supera Jean Francois Gillet.
Da lì inizia una corsa disperata e le lacrime di un ragazzo straordinario che da lì a quel momento riuscirà a diventare nuovamente Del Piero segnando tantissimi altri gol, togliendosi tante soddisfazioni e dimostrando di essere uno dei calciatori più forti di sempre.