Antonio Conte è stato uno dei grandissimi protagonisti della storia della Juventus, eppure un suo gesto è ancora rimasto nel cuore dei tifosi che difficilmente lo perdoneranno.
Un gesto che non si può accettare che ha dato fastidio e che in molti ricordano. Chissà cosa accadrà nelle prossime stagioni perché a ogni sessione estiva ventila comunque il suo ritorno a Torino.
Antonio nasce a Lecce il 31 luglio del 1969. Cresce nel settore giovanile del Lecce che gli permette anche di esordire non solo tra i professionisti ma anche in Serie A. Viene notato dalla coppia formata da Giovanni Trapattoni e Sergio Brio sulla panchina tanto che viene fatto un investimento di 7 miliardi di lire per portarlo a Torino.
Il debutto arriva il 17 novembre del 1991 entrando al posto di Salvatore Schillaci alla fine di un derby contro il Torino vinto con il risultato finale di 1-0. Da lì diventa una colonna bianconera giocando 419 presenze tra coppe e campionato e segnando anche 44 reti. Da giocatore si distingue per essere duttile e abile a giocare sia da mezzala che da laterale destro. Inoltre i suoi tagli in area di rigore con il colpo di testa ad anticipare il portiere diventano un marchio di fabbrica.
Da calciatore vince 5 Scudetti, 1 Coppa Italia, 4 Supercoppa Italiana, 1 Coppa Uefa e 1 Champions League. Due anni dopo il ritiro diventa allenatore ed esordisce sulla panchina dell’Arezzo retrocesso in C all’ultima giornata proprio per la vittoria dello Spezia a Torino contro la Juventus. Per un anno e mezzo diventa allenatore del Bari e lo riporta in Serie A giocando un calcio propositivo con un 4-2-4 che diventerà per lui marchio di fabbrica.
L’avventura all’Atalanta dura solo pochi mesi con un esonero dopo 13 partite. Si riprende la panchina l’anno dopo in Serie B siglando un’altra promozione quella del Siena. Decide dopo due settimi posti di fila la Juventus di richiamarlo stavolta da allenatore e riporta uno Scudetto che mancava da prima di Calciopoli. In tre anni vince tre Scudetti e poi si esonera. Da lì seguiranno le avventure, molte vincenti, con Italia, Chelsea, Inter e Tottenham.
Antonio Conte e il tradimento alla Juventus
La Juventus ha fatto grande Antonio Conte e poi lui ha restituito tutto sia da calciatore, con la sua grande voglia, che da allenatore, riportando a vincere una squadra che era sgonfiata dal fenomeno Calciopoli. Da calciatore aveva rotto un po’ tra le polemiche decidendo di ritirarsi, ma quanto fatto da allenatore non è piaciuto.
Molto spesso si è preso i meriti, accusando, tra virgolette, i suoi calciatori degli insuccessi. Come quando disse che non si poteva cenare in un ristorante da cento euro con dieci in tasca, un paragone che sicuramente fu ingeneroso per i suoi calciatori tanto che Max Allegri l’anno dopo mandò in finale di Champions la Juventus pressoché con la stessa squadra.
Quello che ha dato ancora più fastidio è stato come ha lasciato da allenatore, pronto ad abbandonare a due giorni dall’inizio del ritiro mettendo in seria difficoltà sia la società che i tifosi stessi oltre i giocatori che per lui avevano dato tutto.