Nel corso della tavola rotonda sulle seconde squadre in Italia, organizzata allo Juventus Stadium, è intervenuto il presidente della Figc Gabriele Gravina.
“E’ un tema di grande attualità, sono contento di tornare qui allo Juventus Stadium dopo quattro anni di riflessioni. Avevamo presentato quattro anni fa una esigenza, una serie di riflessioni che poi sono state oggetto di verifiche all’interno di un percorso che un’unica società in Italia ha seguito. Grazie alla visione di Agnelli“.
Il dibattito della tavola rotonda, dal titolo “Le seconde squadre in Italia e in Europa, modello per il futuro?“, è stato moderato dal direttore di Tuttosport, Guido Vaciago, insieme a Luca Marchetti di Sky Sport. Inoltre, è stato caratterizzato dalle partecipazioni del presidente della Figc, Gravina, Ghirelli, il presidente della Lega Serie A Lorenzo Casini, il presidente di Aic Umberto Calcagno, e il padrone di casa, il presidente della Juventus Andrea Agnelli.
Due ex calciatori della Juventus parlano delle seconde squadre
Al particolare evento è intervenuto anche Alvaro Morata che, in un video, ha spiegato: “Per me è stato molto importante. Ti preparano per la prima, le partite le giochi, le hai vissute e non ti fa impressione giocare con squadre contro cui hai già giocato. Sei a un passo dalla prima squadra, in Spagna questa è mentalità è capita da tutti i giovani. Se non ti chiama la prima squadra hai altre possibilità. Quando io ero in seconda squadra, alla fine tutti noi siamo arrivati ad alti livelli. Per me è fondamentale, a volte può essere più utile andare in prisma quadra in un club più piccolo ma io credo che sia più utile stare in una seconda in un club competitivo. Questo è stato un grande passo della mia carriera“.
Poi, l’intervento anche di Sami Khedira: “Allo Stoccarda è stato molto importante, giocavamo in terza divisione, è un periodo di passaggio importante. C’è un mix di giocatori giovani e di esperienza e c’è maggiore possibilità di passare alla prima squadra“.
Infine, l’intervento di Andrea Agnelli, presidente della Juventus: “Una società come la Juve non è una Onlus, non lo fa per le nazionali, alle nazionali deve arrivare un beneficio indiretto. La seconda squadra permette a noi di ridurre i costi della prima squadra, perché il costo medio della prima si riduce drasticamente . Il vero vantaggio economico ce l’ho sui costi della prima squadra, il risparmio vero sta lì”.